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FORUM hondacb.net => Honda CB BAR & O.T. (Fuori Argomento) => Topic aperto da: Curvator cortese - 18 Marzo 2010, 12:33:06
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Di K. Adlard Coles, edito Mursia: "Navigazione a vela con cattivo tempo".
Un libro che ha fatto epoca e di cui esiste oggi una nuova edizione,
indispensabile lettura per ogni navigante d'altura a vela od appassionato di mare.
Il libro analizza ogni aspetto della navigazione a vela con cattivo tempo, con esperienze riportate e consigli di veri esperti nel campo.
E' stata una delle mie prime letture da quando negli anni '70 cominciai a muovere i primi passi a bordo di barche a vela in regate d'altura nel mediterraneo, di pari passo al porre (gli allora smilzi) glutei sulle amate moto, patologie croniche che ancor oggi m'affliggono.
Anche il mediterraneo, come ogni navigante ben sa, può riservare impegnative od amare sorprese, al pari se non di più rispetto ad altri mari del mondo.
Naturalmente vale il detto marinaro che "il miglior marinaio è colui che sa osservare una tempesta comodamente seduto nel bar del suo porto", messaggio assi ricco di significati.
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vincenzone lo sai che io ho una barchetta a vela, in vetroresina, di 5m? non sapevo fossi appassionato...pensa che abbiamo deciso di venderla..
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E' tra i "must" dei naviganti da diporto e d'altura.
Insieme a tanti altri.
Diciamo però che con cattivo tempo è meglio stare in porto.
Una regola base è quella di non dare la poppa al mare o al lago grosso che siano.
Le onde rischiano di far intraversare lo scafo causando una straorza che conduce spesso al meglio a bagnare i candelieri, alla peggio a lavare tutta la tuga e l'attrezzatura in coperta.
Se lo si prende al traverso occorre zigzagare puggiando quando si sale sulla cresta, orzando nella discesa.
Le ho imparate sulla pelle navigando sul Benaco ( Suso in Italia bella giace un laco, a piè dell'Alpe che serra Lamagna sopra Tiralli, ch'ha nome Benàco...) con il peler a 30 nodi abbondanti.
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Questo topic mi ha richiamato questa foto...
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...Una regola base è quella di non dare la poppa al mare o al lago grosso che siano.
...Le onde rischiano di far intraversare lo scafo causando una straorza ...
...Se lo si prende al traverso occorre zigzagare puggiando quando si sale sulla cresta, orzando nella discesa.
Caro Jackdiquadri, mi fa molto piacere che tu sia appassionato di vela, insieme all'Antani ed al Cb900bol d'or.
La vela è uno dei migliori modi di vivere il mare nel suo rispetto più ampio possibile, sia che si governi un Vaurien, sia che si timoni uno yacht cabinato.
Il sapor di salmastro impregna le narici, la pelle e...l'animo, come un ritorno ancestrale alle nostre origini in un ambiente che può essere amico o nemico, come nelle foto che ho postato.
E' comunque ciò che il sapiente Erich Fromm definirebbe l'essere contrapposto all'avere.
:love4:
Purtuttavia ritengo necessario effettuare alcune osservazioni tecniche a complemento di quanto detto dall'Antani, navigatore di acque lacustri nordiche, battute spesso da venti rafficosi e freddi che possono alzare un'onda corta in frequenza ed assai ripida e fastidiosa.
Siffatti laghi necessitano di grande esperienza per essere veleggiati, soprattutto con barche da regata leggere, velocissime ed estremamente invelate, in cui la stabilità tende ad essere data principalmente dal peso dell'equipaggio (ai trapezi e/o su terrazze apposite).
Quando si affronta un mare corto, non alto e che non franga, solo al traverso ed in regata può essere utile la manovra che ha detto di poggiare sulla cresta ed orzare nel cavo, favorendo la planata e quindi la velocità della barca, ma ben diverso è il discorso di bolina od in mare aperto con onde alte con creste che frangano.
Di bolina (risalendo il vento... ed il mare) l'onda la si affronta al mascone di prua, orzando mentre si sale sull'onda e poggiando quando si ridiscende nel cavo.
Quando si è in mare aperto con mare molto grosso questa manovra è imperativa nel risalire il vento di bolina e con mare di prua.
Pericoloso è invece navigare con un mare grosso e frangente al traverso, dovendosi dare il giardinetto di poppa al mare stando attentissimi alle straorzate (in cui si possono mettere le crocette dell'albero in acqua, altro che i candelieri).
In condizioni estreme i grandi navigatori solitari convengono di usare una 'cappa filante', ovvero fuggire alla potenza del mare assecondandolo e dandogli il giardinetto di poppa, magari riducendo la velocità della barca con cime filate di poppa.
Se vi è una costa sottovento...beh, allora sono... 'uccelli per diabetici'.
Lungo sarebbe il discorso sulla regolazione delle vele, importante anch'esso, ma non volendo essere troppo tedioso, verboso, querulo e logorroico come sempre, qui mi fermo.
Se qualcuno di voi avesse domande specifiche sarei comunque ben felice di rispondergli.
Ciao a tutti
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ma che lingua parlate?!
con scappellamento a destra?
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A me inizia a piacere sto' linguaggio , si citano spesso le poppe :laughing7:
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A me inizia a piacere sto' linguaggio , si citano spesso le poppe :laughing7:
Si usa anche 'cazzare'...che unitamente alle 'poppe' arricchisce d'erotismo il piacere di andare per mare.
P.S.
Chiedo scusa per l'uso di termini un pò tecnici, ma non potevo fare altrimenti.
Comunque è più facile soddisfare la passione per le moto d'epoca che per le barche d'epoca.
Per queste ultime si deve essere, come dire,
un pò più ricchi, ecco, ed io modestamente non lo nacqui!
Per fortuna ci sono armatori generosi che imbarcano volentieri mani che sappiano muoversi tra scotte, verricelli, drizze, fiocchi e spinnaker...
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E i tangoni?
Li vogliamo mettere :laughing7: