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Autore Topic: Al di là della politica  (Letto 5951 volte)

HaranBenjo

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Re: Al di là della politica
« Risposta #15 il: 31 Marzo 2011, 15:55:43 »

quoto freddie , quoto vincenzog  ....  quoto l'onesta umana ed intellettuale ...  queste moto piacciono a gente che mi piace , non c'e' un cavolo da fare !
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fuorigamma

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Re: Al di là della politica
« Risposta #16 il: 31 Marzo 2011, 15:59:40 »

Come al solito un pò controcorrente,  penso che il governo stia facendo il massimo per risolvere la situazione anche in tal caso, come ad esempio è accaduto all'Aquila e per i rifiuti a Napoli, sicuramente più di tanti altri governi o politici che oggi criticano all'opposizione e che non hanno fatto mai un tubo pur avendo responsabilità per farlo.

dipende quale si ritiene essere il massimo: si sapeva da tempo che ci sarebbe stato un ingente flusso migratorio e il nostro Paese (=chi ci governa, sillogismo necessario quanto ovvio) si è fatto cogliere impreparato. Non credo che il massimo sia una tendopoli, pochi bagni chimici per 5.000 persone, pochissimi medici e infermieri, solo due incaricati per "identificare" gli immigrati, etc...
poi credo che non convenga nemmeno parlare dei rifiuti a napoli (basta chiedere a chi ci vive...) nè tantomeno della situazione a L'aquila.
Non facciamo la politica dello scarica barile nei governi precedenti, dato che negli ultimi 16 anni al governo c'è stata sempre la stessa coalizione, ad esclusione di un paio di interruzioni effimere.

Le tangenti sono un triste patrimonio non solo Italiano, ma chi ne è lindo anche all'opposizione scagli pure la prima pietra.

Non mi pare che il discorso qui sia incentrato sul cancro corruzione, anche se ce ne sarebbe di che parlare, dato che solo ultima notizia è l'intenzione di riabilitare un ministro al quale "qualcuno" pagava il mutuo di casa e manco se ne era accorto!!  :laughing9:
se vogliamo dare un nome alle cose, cerchiamo una definizione per quel fenomeno che porta qualcuno a votare in un certo modo in cambio di incarichi ministeriali. Invito solo a leggere qualche riga dal blog del neo ministro Roamno o o qui, per farsi un'idea di come la pensava pochi mesi fa...   :violent1:
ma è solo un esempio, perchè non sarebbe difficile scovare come l'on. Santanchè definiva Berlusconi poco tempo fa..........
attendo curioso.



La Gente non è quindi co...a od ignorante perchè continua a votare in un certo modo, come gli è stato detto da intellettuali con le tasche piene di soldi, belle case, bei salotti profumati e diritto di replica sui giornali ed in TV.

veramente questa è una definizione data dal nostro presidente del Consiglio relativamente a chi vota in direzione opposta alla sua...

Un pò più co...a è una certa mentalità politica che non si rende conto che a cercare in maniera plateale di distruggere un qualcuno democraticamente e liberamente eletto dalla maggioranza degli Italiani...ci si rimette. Magari utilizzando una casta legale di intoccabili, che ritiene di dover far le leggi in barba ad un parlamento anch'esso liberamente eletto.
Una sola eccezione: il Sindaco di Firenze Renzi, col cuore realmente battente a sinistra, l'ha capito, proprio per questo sarà presto messo in disparte od a tacere, come già sta avvenendo ad opera del perdente Minculpop rosso e roso dalla rabbia di non aver più vinto, per colpa di Berlusconi.  
Al di là della politica, che centra eccome, non ho altro da dire, avendo utilizzato solo un diritto di simmetrica risposta a chi dice e scrive diversamente.
definiamo "democraticamente eletto" prima... io credo che un sistema con il quale l'elettore non possa liberamente indicare CHI eleggere non sia democratico nè costituzionale.
in secondo luogo, l'essere eletti non significa essere incoronati imperatori con annessa immunità totale: se sono stati commessi dei reati, si deve rispondere. e i luoghi dove difendersi sono i tribunali! non frega una cippa a nessuno di giuramenti su figli o nipoti... se esistono delle accuse SOLO un tribunale e in grado di dire se sono dimostrate o meno e decidere se uno è innocente o meno. Ci sono delle accuse? difenditi!! fatti processare!! come qualsiasi libero cittadino!! la frase scritta in opgni tribunale è ancora dannatamente valida!!
su una cosa hai ragione... c'è una casta di intoccabili che fa leggi in barba al Parlamento e quella casta siede, agli ordini di un padrone, al Governo e umilia il Parlamento riducendo alla questione di fiducia ogni votazione, snaturando quello che era l'emblema della nostra democrazia. Se tu fossi interessato dal processo Thyssen, o Cirio ti farebbe piacere che per gli interessi di uno vada a farsi f.....e anche questo?? credo di no. E una presa per il c..o del genere non ce la meritiamo. Almeno si abbia il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome...

tutto questo condito da un presidente del consiglio che si dice dispiaciuto per quello che sta accadendo a Gheddafi (un noto dittatore che bombarda i suoi stessi cittadini...) e che all'inizio della crisi libica non voleva chiamarlo per non disturbarlo... e ci stupiamo se poi fanno le conferenze sulla crisi libica senza invitarci? ah già... il nostro ministro degli esteri ha detto che è stato fatto per allargare alla Germania. Già... ma perchè noi non c'eravamo? avevano paura che un secondo Craxi avvisasse di qualche attacco l'amico libico al quale è stata baciata la mano????

 :BangHead:
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Re: Al di là della politica
« Risposta #17 il: 31 Marzo 2011, 16:10:36 »

Quoto Clodo,troppo facile rimandarli con un calcio nel sedere ma troppo facile dire che era facile sistemarli.
La CE (China Export?) ci paga per tenerli qui,la Francia rifiuta gli ingressi,la Spagna spara direttamente,in Africa dove ha costruito un muro.Dovevamo prepararci meglio,come loro,magari con una cintura di mine e cacciatorpediniere in mare,ecco.
Ora saranno distribuiti sul territorio Italiano:2300 stanno arrivando a Manduria,150 già in fuga,vedrete che festeggiamenti faranno in Puglia!
Eppure i Manduresi (Manduriani??Boh) non sono Leghisti Veneti col dente avvelenato.Al momento io sono nell'Umbria Rossa ed i commenti sui clandestini sembrano dettati dal livore nei loro confronti.
Gli Italiani sono egoisti.I Norvegesi invece no; fanno entrare solo i profughi politici,dopo attento esame ed intervista,loro sì che sono Democratici,ragionano come il Governatore del Piemonte,un 200 profughi e la coscienza è a posto.
Il Vaticano predica l'accoglienza (a casa degli altri).
Non ho visto neanche una comunità di Cristiani Copti Sudanesi accampata nei giardini Vaticani,eppure ne avrebbero tutte le ragioni.
Anders Fogh Rasmussen,primo ministro Danese,si oppone all'invio di armi ai ribelli Libici:grave ingerenza negli affari di uno Stato Sovrano,si potrebbe tradurre "Vinca il peggiore",purchè non rompa le scatole.
Aspetto che Rosi Bindi prenda in casa almeno 12 Egiziani,magari li manda a fare i pizzaioli a Roma e poi uno lo metto in terrazzo da me,in proporzione al reddito.

"So' tutti froxi cor cuxo dell'arti"
« Ultima modifica: 31 Marzo 2011, 16:36:17 da Empirico »
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Re: Al di là della politica
« Risposta #18 il: 31 Marzo 2011, 16:34:45 »

Quoto Clodo,troppo facile rimandarli con un calcio nel sedere ma troppo facile dire che era facile sistemarli.

Hai centrato in pieno ciò che si celava dietro la mia battuta ironica , io penso che quando tutti hanno più o meno ragione alla fine hanno anche più o meno torto . E visto che alternative non ne esistono , molti si trovano spiazzati nella scelta . Penso anche che molti considerano partiti e politici come la squadra del cuore , conosco persone che non cambierebbero colore nemmeno se gli rubassero in casa quelli che votano .
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Re: Al di là della politica
« Risposta #19 il: 01 Aprile 2011, 08:13:25 »

Quoto molto il nostro poeta!
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Re: Al di là della politica
« Risposta #20 il: 01 Aprile 2011, 09:25:56 »

Va bene tutto ma il video era carino?
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Luca

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Re: Al di là della politica
« Risposta #21 il: 01 Aprile 2011, 09:26:19 »

Molto!
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Re: Al di là della politica
« Risposta #22 il: 01 Aprile 2011, 10:14:19 »

Anch'io penso che stiano facendo il massimo, ed è per questo che dovrebbero smettere.

Abbiamo accettato (mi auguro obtorto collo) l'inversione del processo di meritocrazia, consentendo a principianti di dimostrare la propria bravura a posteriori sui fatti, senza un curriculum che vagamente avvalorasse l'ascesa al titolo di ministro, inzaccherando ad maiora l'onore del titolo stesso

ministro Gelmini
ministro Calderoli
ministro Alfano
ministro Carfagna
ministro Scajola (secondo mandato, quello ottenuto dopo aver fanculizzato una vittima del terrorismo)
ministro "per tre giorni" (una breve nana bianca inghiottita dal buco nero del processo che rendeva il titolo necessario)
ministro Romano (ma santoddio)

avete accettato senza fiatare promesse televisive che avrebbero giustificato la presenza in studio di una camicia di forza

cito solo l'intenzione di sconfiggere il cancro, al termine di una frase che illustrava gli obiettivi a lungo termine (tre anni) del governo, perche' è quella che piu' di altre ha smosso la melma nelle mie interiora: buffone non è un titolo adatto, sono d'accordo (solo) su questo punto sulla discettazione di Vincenzo che pare a me, che sono una "anima bella, figurina del presepe" (cit. il portaborse, la frase va al plurale), omettere dal proprio elenco tutto cio' (e pare parecchio, eh) per cui sarebbe decisamente lecito dubitare di questo governo e di questo premier: il titolo adatto per uno che gioca per convenienza elettorale su cose di questa gravità è un altro. Pronto a chiedere scusa e ritrattare ove smentito dalla moltiplicazione delle somme presenti in finanziaria per la ricerca sulla cura del cancro.

Avete accettato che essere eletti dalla maggioranza degli italiani che ha espresso il proprio voto (precisazione omessa spesso dagli organi di informazione e da interventi precedenti al mio: solo 1 italiano su 4 ha espresso il proprio desiderio di vedere berlusconi eletto) equivalesse ad un assegno in bianco per comprarsi cio' che occorre allo scopo di perpetuare il proprio mandato (magistrati, avvocati, parlamentari, giornalisti, sondaggisti, chirurghi estetici), con il risultato di doversi cercare le notizie complete lontano dai telegiornali delle tivvu' pubbliche e private.

Avete accettato, oh voi leghisti, di devolvere parte del vostro denaro al nobile scopo di sostenere la vita politica di un pluribocciato all'esame di maturità (nella disciplina del salto ad ostacoli della vita, lo vogliamo definire un ostacolo ad un solo elemento ?), perche' gia' pagare il padre (altro ministro che illustra la propria carica) e la madre (baby pensionata, roma ladrona!) non era sufficiente, in nome di quel federalismo che da 20 anni (suvvia, lasciamoli lavorare) vi spacciano come la cura di ogni male e sulle ceneri del quale avete inghiottito una ad una tutte le vostre battaglie moralizzatrici.

Ora, per noi uomini pratici, si puo' chiedere dove siano i risultati ?

pagate meno tasse ?
il federalismo vi ha reso ricchi e sicuri ?
provate un senso di fiero orgoglio quando un ultrasettantenne tirato come una bagascia promette un casino' a Lampedusa ?
siete convinti che ci siano (mai stati) dei pericolosi comunisti da combattere in Italia al prezzo di un puttaniere al governo ?

Io non contesto il fatto che sul forum il trenino del partito dell'amore trimestralmente esprima giudizi positivi su questo governo e negativi sui suoi oppositori

[inciso]
ultimamente, in pieno bailamme di leggi ad personam per arginare le hardcore's nights, è passato su questi schermi un "ma Fini ora non dovrebbe dimettersi ?" che avrebbe steso un vitello dal ridere...
[/inciso]

ma contesto che di fronte all'evidenza dei fatti, delle promesse disattese e delle aspettative disilluse, questo giudizio mi venga propinato ammantato di quanto stia governando bene silvio e di quanto si stia opponendo male l'opposizione. Preferirei un piu' onesto (questo si', anche intellettualmente), scelgo silvio perche' in un modo o nell'altro penso che in fondo mi convenga.

andrea
« Ultima modifica: 01 Aprile 2011, 11:44:16 da andrea »
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Re: Al di là della politica
« Risposta #23 il: 01 Aprile 2011, 10:31:09 »

Per me anche Fini avrebbe dovuto dimettersi anche se è consuetudine che la Presidenza della Camera sia data ad un rappresentante dell'opposizione.
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Re: Al di là della politica
« Risposta #24 il: 01 Aprile 2011, 11:07:15 »

Modifichiamo il titolo  ;D  


Politica dell'aldilà
« Ultima modifica: 01 Aprile 2011, 11:10:10 da boldor »
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Freddie

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Re: Al di là della politica
« Risposta #25 il: 01 Aprile 2011, 17:16:36 »

Un presidente del consiglio che nasce come "intrattenitore sulle navi da crociera" e fa nascere il suo impero sulle disgrazie di una povera orfana comprandosi prima il suo tutore e poi la villa di familglia (Arcore) a due lire rispetto al valore reale e non avendo neanche quelle due lire, penso che è storia conosciuta.

Da show man quale sa essere, si è contornato di personaggi che tutto nella vita avrebbero sognato, meno che finire in un parlamento o con incarichi di primo livello: tra ex veline, troxiette dello spettacolo e veri deficienti come il figlio di Bossi o come il padre o Calderoli che si sono permessi in diverse occasioni di fare vilipendio della bandiera, dell'Italia e di 3/4 degli italiani, penso che ne abbiamo fin sopra i capelli.
La minetti basta guardarla in faccia.

Quello che mi fa strano e che tutti gli facciano quadrato intorno pur di conservare la poltrona; ma è mai possibile che si possa continuare a difendere un pluriaccusato e plurindagato, mai assolto (come invece propaganda lui) dai reati contestati, ma prosciolto sempre per decorrenza dei termini?
un vecchio bavoso con la pelle tirata come un maiale all'ingrasso che fa di Arcore un mezzo bordello dove la maggiorparte dei partecipanti è spesato dallo stato e la rimanente parte da lui stesso - a quell'età la compagnia è solo a pagamento - la ex moglie in tempi non sospetti aveva dichiarato già cose che oggi si rivelano vere - dico è mai possibile che quello che dichiarano i suoi alleati davanti alle telecamenre, li faccia sedere a tavola la sera in famiglia e guardare con orgoglio la propria moglie o peggio ancora i propri figli (meglio se femmine) di 17/18 anni?

Una figura carismatica e di rettitudine morale indiscussa come il Presidente Napolitano, può trattare con un individuo simile?

I suoi slogan sono solo campagna pubblicitaria fine a se stessa ( e lui da industriale delle televisioni di pubblicità se ne intende eccome) ed il bello è che parla di conflitto di interesse di Fini - ma ci rendiamo conto?
Ricordiamoci cosa è successo a Clinton per aver intrattenuto una relazione negata fino alla morte!
Parla proprio lui, che ha in conflitto pure il nome con il cognome!!!!
Lui che sbandiera di essere stato eletto dagli italiani - maddechè!!!!!
Come dice correttamente Andrea, lui è stato eletto da 1 italiano su 4, non è stata la maggioranza degli italiani, come spesso lo si sente farneticare, e questo non lo incorona Imperatore.
Quel sorriso del caxxo in ogni occasione mi disturba.
I soldi hanno da sempre governato il mondo, oggi abbiamo la dimostrazione che con i soldi si governa.
Un personaggio così come Presidente del Consiglio, lo abbiamo solo in Italia!
 :wave:
« Ultima modifica: 01 Aprile 2011, 17:28:27 da Freddie »
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Re: Al di là della politica
« Risposta #26 il: 01 Aprile 2011, 17:35:54 »

Una figura carismatica e di rettitudine morale indiscussa come il Presidente Napolitano, può trattare con un individuo simile?

Mio padre minatore e Napolitano

Antonio Socci
07 Settembre 2010

Napolitano come autorità morale della nazione? Non mi piace l’idea che viene prospettata sempre più spesso da giornali e sondaggi e vagheggiata implicitamente pure dal cardinal Bagnasco, a proposito della vicenda di Melfi.

Napolitano è un funzionario dello Stato, il primo in quanto presidente della Repubblica. Mi auguro che faccia quel rispettabile mestiere in modo super partes, come un notaio, non come lo sta facendo adesso, vistosamente impegnato a tessere delle sue politiche (per esempio verso la Lega) con modi ovattati e furbi che ricordano la sua precedente vita nel Pci di Togliatti.

Riconosco che certe volte si è mostrato super partes e non mi pare che sia, dal punto di vista caratteriale, livoroso e ampolloso come il pessimo predecessore Scalfaro. A differenza di costui, Napolitano, essendo ateo, non si ritiene il padreterno. E’ già qualcosa.

Ma quanto a “padri della patria” e autorità morali, se permettete, guardo altrove. A Napolitano personalmente preferisco il suo opposto speculare: mio padre, Silvano, che ha passato tutta la vita a “combattere i Napolitano”.

I due hanno fatto una vita antitetica. Sono nati entrambi nel 1925. Napolitano in una famiglia benestante che lo ha fatto studiare, mio padre in una famiglia di minatori, che a nove anni gli ha fatto lasciare le elementari e lo ha mandato a guadagnarsi il pane.

Nel 1938-39, a 14 anni, Napolitano fu iscritto al liceo classico Umberto I di Napoli e mio padre alle miniere di carbone di Castellina in Chianti.

Nel 1942 Napolitano entrava all’università, facoltà di Giurisprudenza, e mio padre, desideroso di studiare, usava il poco tempo fuori della miniera leggendo  i libri datigli dal parroco del paese.

In questi anni di guerra Napolitano si iscrive al Guf, il Gruppo universitario fascista, collaborando col settimanale “IX Maggio”. Mentre mio padre approfondisce la sua fede cattolica e comincia a detestare la barbarie della guerra, l’ingiustizia che vede attorno a sé e le dittature.

Nel 1945 Napolitano aderisce al Partito Comunista italiano e mio padre prende contatto con la Democrazia cristiana. Nel 1947 Napolitano si laurea e partecipa alle epiche elezioni del 1948, a Napoli, come dirigente del Pci di cui Togliatti è il “commissario” e Stalin il padrone indiscusso.

Mio padre vive quelle elezioni – decisive per il futuro e la libertà dell’Italia – facendo campagna elettorale per la Dc nella terra più rossa d’Italia, prendendosi insulti e minacce (che per fortuna rimangono tali dal momento che a vincere è la Dc).

Nel 1953 Napolitano viene eletto deputato del Pci e come tutti i dirigenti comunisti che non hanno mai lavorato un giorno in una fabbrica, in un campo o in una miniera pretende di rappresentare i lavoratori italiani e di parlare a nome loro.

Nello stesso anno mio padre, che lavoratore lo era, in un incidente di miniera subisce l’amputazione di una mano e rischia di morire dissanguato (salvato solo dal gelo della notte invernale che ghiacciò il sangue e lo fermò).

In quel 1953 morì Stalin. Il più sanguinario e longevo dei tiranni aveva soggiogato con i carri armati metà Europa e minacciava pure l’Italia, ma il Pci lo faceva venerare alle masse come il più grande benefattore dell’umanità.

Il giorno dopo la sua morte, infatti, il 6 marzo 1953, “l’Unità” uscì con questa monumentale prima pagina: “Stalin è morto. Gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e per il progresso dell’umanità”.

Seguivano pagine e pagine di encomi adoranti. Mio padre che già nel 1950 era riuscito a procurarsi una copia di “Buio a mezzogiorno” di Arthur Koestler, cercava di spiegare la verità su questo bestiale tiranno a tanti suoi compagni di lavoro, imbrogliati dalla propaganda del Pci, partito complice di Stalin e propalatore in Occidente dalle sue stomachevoli menzogne.

Fior di intellettuali e politici che in quei decenni avevano tutti i mezzi per riconoscere cos’era il comunismo e denunciarne gli abomini  (anche perché si recavano in Urss) si rifiutarono di farlo, continuando a prendersi gioco di milioni di lavoratori, a farsi beffe della loro povertà, dei loro sogni, nutrendoli di odio e di un’ideologia violenta che rubava loro perfino l’anima: la fede in Dio.

Nel 1956 i carri armati sovietici schiacciarono nel sangue il moto di libertà dell’Ungheria. Il Pci e l’Unità applaudirono i cingolati del tiranno e condannarono gli operai che chiedevano pane e libertà come “controrivoluzionari”, “teppisti” e “spregevoli provocatori”.

Napolitano – che era appena diventato membro del Comitato centrale del Pci per volere di Togliatti – mentre i cannoni sovietici sparavano fece questa solenne e memorabile dichiarazione: “L’intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo”.

Passano gli anni e Napolitano diventa uno dei leader più importanti del Pci, mentre l’Urss delle mummie di Breznev continua a soffocare la libertà dovunque, dalla Polonia alla Cecoslovacchia, dal Sud est asiatico all’Africa, all’Afghanistan.

Mio padre, che alla mia nascita era disoccupato per la chiusura delle miniere ed era passato a fare un altro lavoro operaio, dedicherà molte energie alla militanza politica (nella Dc contro il Pci), alla militanza sindacale e alle opere di solidarietà cattoliche, ma anche alla letteratura e alla pittura.

Da lui, negli anni Settanta, a 14 anni, ho imparato i fondamentali della politica. E quello che fa un uomo degno di questo nome. Scoppia il caso Solzenicyn e leggo un suo pamphlet “Vivere senza menzogna” e poi “Arcipelago Gulag”. Mio padre me lo indica come un uomo vero.

Al liceo che frequento, pieno di figli di papà di estrema sinistra, lo chiamano invece “fascista”. Per il Pci è un reazionario.  Napolitano sull’Unità definisce “aberranti” i giudizi politici del dissidente russo e spiega che esiliarlo era la “soluzione migliore”.

Di errore in errore il Pci di Napolitano continua a professarsi comunista fino a farsi crollare il Muro di Berlino in testa nel 1989. In un Paese normale quando quell’orrore  è sprofondato nella vergogna e il Pci ha dovuto frettolosamente cambiar nome e casacca, tutta la vecchia classe dirigente che aveva condiviso con Togliatti e Longo la complicità con Stalin e l’Urss, avrebbe dovuto scegliere la via dei giardinetti e della pensione. Anche per l’età ormai avanzata.

In Italia accade il contrario. Avendo sbagliato tutto, per tutta la sua vita politica, Napolitano diventa Presidente della Camera nel 1992, ministro dell’Interno con Prodi, senatore a vita nel 2005 grazie a Ciampi e nel 2006 addirittura Presidente della Repubblica italiana.

Mio padre muore nel 2007, in una casa modesta, a causa della miniera che gli ha riempito i polmoni di polvere di carbone che, a distanza di decenni, lo porta a non poter più respirare.

Mio padre fa parte di quegli uomini a cui si deve la nostra libertà e il nostro benessere, ma la loro morte – come scriveva Eliot – non viene segnalata dai giornali.

Gli onori invece vanno a coloro che vengono da quel comunismo che per anni ha minacciato la nostra libertà. Sono questo tipo di uomini a essere considerati autorità morali e padri della nazione.

L’Italia ha avuto il più forte e pericoloso Pc d’Occidente, che è stato una delle grandi sciagure della nostra storia. Ma ancora oggi sembra non si possa dire.

Napolitano è il primo Capo dello Stato proveniente dal Pci. E l’Italia è l’unico Paese dell’Occidente ad aver fatto una scelta simile. Del resto assai contrastata. Infatti fu eletto da metà parlamento, che rappresentava una minoranza degli italiani.

All’inizio sembrò tenerlo presente e guadagnò consenso tenendosi super partes. Oggi assai meno. Il protagonismo politico di Napolitano si fa sempre più evidente. E arrivano anche sermoni moraleggianti e richiami da padre della Patria.

Vorrei dirgli: no grazie, ce li risparmi. Abbiamo altri padri.
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Re: Al di là della politica
« Risposta #27 il: 01 Aprile 2011, 17:49:55 »

da: http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/comunismo_nel_mondo/est_europa/ungheria_1956/articolo.php?id=732
Quando Napolitano disse: "in Ungheria l'Urss porta la pace"

Nel 1956, all'indomani dell'invasione dei carri armati sovietici a Budapest, mentre Antonio Giolitti e altri dirigenti comunisti di primo piano lasciarono il Partito Comunista Italiano, mentre "l'Unità" definiva «teppisti» gli operai e gli studenti insorti, Giorgio Napolitano si profondeva in elogi ai sovietici. L'Unione Sovietica, infatti, secondo lui, sparando con i carri armati sulle folle inermi e facendo fucilare i rivoltosi di Budapest, avrebbe addirittura contribuito a rafforzare la «pace nel mondo»...



Giorgio Napolitano nel nov. 1956: "Come si può, ad esempio, non polemizzare aspramente col compagno Giolitti quando egli afferma che oltre che in Polonia anche in Ungheria hanno difeso il partito non quelli che hanno taciuto ma quelli che hanno criticato? E' assurdo oggi continuare a negare che all'interno del partito ungherese - in contrapposto agli errori gravi del gruppo dirigente, errori che noi abbiamo denunciato come causa prima dei drammatici avvenimenti verificatisi in quel paese - non ci si è limitati a sviluppare la critica, ma si è scatenata una lotta disgregatrice, di fazioni, giungendo a fare appello alle masse contro il partito. E' assurdo oggi continuare a negare che questa azione disgregatrice sia stata, in uno con gli errori del gruppo dirigente, la causa della tragedia ungherese.

Il compagno Giolitti ha detto di essersi convinto che il processo di distensione non è irreversibile, pur continuando a ritenere, come riteniamo tutti noi, che la distensione e la coesistenza debbano rimanere il nostro obiettivo, l'obiettivo della nostra lotta. Ma poi ci ha detto che l'intervento sovietico poteva giustificarsi solo in funzione della politica dei blocchi contrapposti, quasi lasciandoci intendere - e qui sarebbe stato meglio che, senza cadere lui nella doppiezza che ha di continuo rimproverato agli altri, si fosse più chiaramente pronunciato - che l'intervento sovietico si giustifica solo dal punto di vista delle esigenze militari e strategiche dell'Unione Sovietica; senza vedere come nel quadro della aggravata situazione internazionale, del pericolo del ritorno alla guerra fredda non solo ma dello scatenamento di una guerra calda, l'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo.


«Napolitano non venga a Budapest. Con il Pci appoggiò i russi invasori», tratto da il Giornale, 26.5.2006.

Un portavoce dei superstiti: "Tardivo il su ripensamento, chi pagò con la vita non vorrebbe essere commemorato da lui".

Hanno perdonato Boris Eltsin, erede dei loro carnefici. Potrebbero, sforzandosi, mandar giù anche un boccone indigesto come Vladimir Putin «l'opportunista» ma Giorgio Napolitano no, proprio no. Il nostro presidente della Repubblica non merita sconti e in Ungheria non deve andare. Soprattutto in quei giorni, nel prossimo autunno, in cui a Budapest si ricorderanno i 50 anni dell'invasione sovietica. A lanciare il diktat è un gruppetto sparuto ma autorevole di magiari, quelli raccolti intorno a «56 Alapitvany» (Fondazione '56). Sono in diciannove, tutti accomunati dallo stesso destino: essersi ribellati agli occupanti venuti da Mosca e aver pagato per questo con duri anni di galera.

Per questo, l'altroieri, sono insorti quando hanno saputo che il presidente ungherese Laszlo Solyom aveva invitato per il prossimo autunno a Budapest anche Giorgio Napolitano. In nove hanno firmato una lettera-appello per chiedere che Napolitano non venga. O se proprio ci tiene a visitare l'Ungheria, lo faccia prima o dopo le commemorazioni. Facendo riferimento alla posizione presa dal Pci nel 1956, la lettera afferma che il documento di allora offrì sostegno internazionale ai sovietici che «repressero nel sangue il desiderio di libertà dell'Ungheria». E Laszlo Balazs Piri, tra i nove firmatari dell'appello, membro del board della Fondazione, già condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per la sua partecipazione alla rivolta, rilancia: «Purtroppo i governi dei grandi Paesi occidentali non poterono aiutarci. L'opinione pubblica dei Paesi liberi era accanto a noi. Nello stesso tempo, però, in Paesi come Italia e Francia i Partiti comunisti erano allineati a Mosca. Furono d'accordo con questa resa dei conti sanguinosa contro la lotta di liberazione ungherese. Napolitano a quel tempo non era un bambino e aveva un'opinione».

A poco vale per i «reduci» della repressione sovietica il ripensamento del presidente italiano. Un dietrofront tardivo, sostengono. E Balasz Piri è categorico: «La comunità dei veterani del 1956 sente che quest'uomo non deve partecipare alle commemorazioni del '56 ungherese. Chissà cosa direbbero quelli che sono stati impiccati in seguito alla repressione».



Il 26 settembre 2006, a Budapest, Napolitano ha reso omaggio alle vittime della rivoluzione del 1956, soffocata nel sangue dai carri armati sovietici. In quell'occasione ha detto: "Ho reso questo omaggio sulla tomba di Imre Nagy a nome dell'Italia, di tutta l'Italia, e nel ricordo di quanti governavano l'Italia nel 1956 e assunsero una posizione risoluta, a sostegno dell'insurrezione ungherese e contro l'intervento militare sovietico". Non una dichiariazione sulle responsabilità sue e dei suoi «compagni» di partito, non una richiesta di perdono alle vittime (forse 25.000), non un'affermazione che defisse il comunismo «male assoluto».
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Empirico

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Re: Al di là della politica
« Risposta #28 il: 01 Aprile 2011, 17:56:41 »

Ricordiamoci cosa è successo a Clinton per aver intrattenuto una relazione negata fino alla morte!
Niente,è arrivato normalmente a fine mandato e prima di "morire",confessò atti impropri. (sic!)
A prescindere da quello che io penso dei fatti che lo riguardano.


Ricordo che ognuno è responsabile personalmente degli epiteti e delle accuse a carico di personaggi pubblici e non.Bisogna attenersi ai fatti legalmente provati,il resto sono solo opinioni che oltre a niente aggiungere alla discussione possono provocare azioni legali.
Questo per quanto riguarda l'aspetto della gestione del Forum.

Personalmente evito di dire cosa penso dell'aspetto fisico delle persone che non mi piacciono,mi è stato insegnato sin da bambino di evitare di offendere per quello ed ancora credo che sia buona norma di educazione formale e di sostanza,sono convinto che la fisiognomica sia una baggianata frutto di pregiudizio,ingenerante pregiudizio.

Trovai banale un grande artista come Dario Fo che prese in giro Berlusconi perchè è basso,mi aspettavo di meglio.
« Ultima modifica: 02 Aprile 2011, 08:03:09 da Empirico »
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Con la costante educazione ai pregiudizi la stupidità si può imparare.
Alexander Mitscherlic

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Re: Al di là della politica
« Risposta #29 il: 02 Aprile 2011, 12:20:55 »

http://www.ragionpolitica.it/cms/index.php/201102173984/partiti-e-istituzioni/le-derive-puritane-della-morale-di-sinistra.html
 :read:
...a complemento "morale" ed ideale di quanto felicemente riportato dal fedele Azuca, anche dal valentissimo Haran Benjo,
ovviamente dopo un inchino riverente al valentissimo Primo Cavaliere BigC, la cui condivisione m'onora e mi porta a reintervenire ove giammai avrei voluto in primaria scelta ritornare, chiederei umilissimamente al nostro Duca lumi soverchi.
 :read2:
Eminentissimo Duca, nel condividere il vostro pertinente intervento riguardo ad alcune osservazioni o risposte di impertinente riferimento all'aspetto estetico di una personalità pubblica, intese ad appalesare una di lui maschera fisica assai negativa, associabile a comportamenti pubblici o privati ritenuti poi disdicevoli proporzionalmente alle forme cromosomicamente involontariamente slatentizzate, colpa semmai dei poveri genitori o dei nonni, desidererei da voi una ulteriore delucidazione a rinforzo del vostro pacato dire.
Vi chiedo orquindi, è forse ciò che si è osservato il risultato di preferenziali letture antropologiche criminali del celebre Marco Ezechia (o Cesare, come lui preferiva nomarsi) Lombroso, od invero soltanto eccesso di zelo di alcuni nell'esporre le proprie idee a sostegno e rinforzo di una propria tesi ideologica, seppur discutibile oggettivamente di fronte alle emorragiche evidenze storiche?
Od è forse solo passione politica tracimante che comporta la prepotente presenza di cortisolo e noradrenalina in circolo ematico per prepararsi a lotte parlando di un uomo odiato a tal punto da far perdere ogni regola cavalleresca, come il nobil sito invece suggerirebbe?

 :nono:
Amatissimo Duca, Amatissimi Cavalieri, tornerei però subitosto più volentieri a parlar di moto e di bella guida con gli accalorati detrattori delle forme estetiche altrui, perchè lì forse potrei ascoltarne  con maggiore interesse e stima soprattutto uno, dal motto pregiato e condivisibile di fratello, godendo invero assai più a notar lo suo bel passo nelle ardite traiettorie dell'adorato misto, percorse rapidamente in piega maschia ed in mostruosa coppia scatenata dai grassi suoi quadrinati cilindri, talora con zavorrina al seguito.  
 :occasion14:

 
« Ultima modifica: 02 Aprile 2011, 13:04:09 da vincenzog »
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Et neuna cosa, quanto sia minima,
può avere cominciamento o fine senza queste tre cose, cioè:
senza potere,
et senza sapere
et senza con amor volere.
(da statuto corporativo trecentesco, Comune di Siena)
 

* UrloBOX
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